RITRATTI/Olimpia Pino, docente di psicologia generale

Il 25 novembre si celebra la Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Abbiamo parlato con Olimpia Pino, professore associato di Psicologia generale dell’Università di Parma, che negli anni ha concentrato le sue ricerche sugli aspetti cognitivi e riabilitativi della memoria umana ma anche su tecnologie fortemente interdisciplinari per il trattamento dei disturbi psicologici e neurocognitivi. La professoressa Pino ha sostenuto fortemente la costituzione del fondo “Azione donna” di cui l’Università di Parma è promotrice e coordinatrice. Il Fondo è gestito da Fondazione Munus ed ha tra i suoi obiettivi approfondire la conoscenza della “violenza di genere” nelle sue dinamiche e nella sua escalation verso il femminicidio.

Innanzitutto cosa si intende per violenza contro le donne?

Ogni atto di violenza fondato sul genere, ogni azione che abbia come risultato o possa arrecare un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica a una donna, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata. Le forme di violenza verso le donne possono assumere diverse modalità. Sul piano fisico bisogna prestare attenzione a tutti quei comportamenti intimidatori esercitati sulla vittima, che vanno ad infierire sul suo corpo, come percosse o schiaffi, per citare solo alcuni esempi.

Quali sono i campanelli d’allarme?

È opportuno far caso alla frequenza con cui determinati meccanismi vengono messi in atto: pensiamo, per esempio, alle minacce, agli insulti, alla gelosia patologica, all’imposizione di un certo modo di vestirsi e/o comportarsi, agli atti di stalking e alle molestie dirette o indirette. Questi atteggiamenti e comportamenti mettono a serio rischio la vittima, la quale, senza rendersene conto, viene vincolata e tenuta inevitabilmente sotto controllo dal suo carnefice.

Quali sono i principali motivi che fanno scattare la violenza?

Il movente passionale sembra assumere un ruolo preponderante, seguito da: problemi familiari, sociali, rapimenti a scopo sessuale, impulsività e disturbi mentali.

Quando è più alto il rischio che venga commesso un femminicidio?

Il rischio è maggiore quando l’autore è noto alla vittima. Sfortunatamente bisogna considerare che non solo la violenza fisica ma anche quella psicologica possono avere effetti devastanti sul modo di vivere e di essere della donna.

Qualche esempio?

Le donne vittime di violenza possono comunemente manifestare instabilità emotiva, ansia, paura tendente alla fobia, disturbo post-traumatico, disturbi del sonno, perdita dell’autonomia e del senso di autostima. Nonostante la violenza verso le donne esista in ogni cultura sono stati individuati fattori precipitanti come giovane età, bassa scolarità, coinvolgimento precoce in eventi traumatici, patologie o disabilità, appartenenza a minoranze etniche che danno luogo a specifiche tipologie di violenza come il matrimonio forzato, lo sfruttamento sessuale o lo stupro coniugale. L’approfondimento di tutti questi fattori di rischio rende più efficaci e mirati gli interventi conseguenti.

Come interviene uno psicologo di fronte ad un caso di violenza?

Sicuramente lo psicologo risulta essere una figura fondamentale per riconoscere, recepire i sintomi e garantire una sempre maggiore percezione di tutela e vicinanza delle istituzioni alle donne vittime di violenza. Inoltre, allo psicologo spetta il delicato compito di valutare la gravità delle ripercussioni che presenta la donna al momento della presentazione dei fatti. Molte donne possono essere restie a raccontare o denunciare quanto accaduto, e in questo lo psicologo può diventare guida attiva nel processo di mediazione tra la donna e le forme di supporto sanitario. È stato infatti messo in luce come ci sia un enorme divario tra la violenza denunciata e quella sommersa.

In quale momento sarebbe più utile la presenza dello psicologo?

L’accesso al Pronto Soccorso rappresenta un’opportunità unica per tale emersione, in quanto le donne che subiscono violenza hanno molte probabilità di utilizzare i servizi sanitari. Con il fondo Azione Donna, se verrà raccolta la somma necessaria, si è pensato di potenziare il servizio sanitario inserendo figure, tra cui eventualmente psicologi, appositamente formate sulla traumatologia e sugli strumenti più idonei a favorire la fiducia e l’iter della denuncia.

Nella scuola il fenomeno del bullismo è ancora molto presente ed è un primo incubatore di violenza. Quanto è importante lavorare per sensibilizzare gli studenti?

È fondamentale e attraverso il Fondo vorremmo realizzare anche percorsi preventivi nelle scuole. I primi modelli di violenza e discriminazione possono essere senz’altro presenti fin dall’infanzia e dall’adolescenza, e senza un intervento tempestivo si rischia di vederli degenerare in comportamenti a rischio. L’esistenza di aggressione e ingiustizia all’interno dell’ambiente educativo, dove si formano le norme comportamentali chiave, aumenta la gravità del problema. Molti sono i bambini che sperimentano la discriminazione di genere fin dalla tenera età, influenzando il modo in cui essi considerano il proprio valore, i propri diritti e il proprio ruolo nella società. I ragazzi imparano a usare la violenza per dominare quelli che percepiscono come più deboli. A un livello più insidioso, i curricula, i libri di testo e i piani di lezione possono includere pregiudizi etnici, di genere che favoriscono la discriminazione e gli stereotipi.

Come professionista, un consiglio che si sente di dare ad una donna vittima di violenza?

Nella maggior parte delle donne gli eventi violenti lasciano profonde cicatrici o piaghe non rimarginate. Alcune trasformano l’esperienza, riuscendo a lasciarsela alle spalle, altre reprimono il dolore per dimostrarsi forti e non se ne liberano più per tutta la vita.Con un supporto adeguato è davvero possibile riprendere in mano la propria vita e darle il valore che merita. A tutte le donne vittima di violenza dico: pensate al vostro benessere presente e a contribuite a creare un mondo migliore. Non abbiate paura ad affidarvi a chi può davvero aiutarvi: fatelo per voi stesse!

Per approfondire e sostenere il Fondo Azione donna: https://www.fondazionemunus.it/fondo-azione-donna-munus-donazioni/





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