Violenza di genere, è “pandemia sociale”

Altri 10 i nuovi casi di violenza di genere accolti su segnalazione dei sindaci dal Comitato dei Garanti della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati. Sono gli ultimi numeri 2022 forniti dall’ente: 4 femminicidi, una violenza sessuale, cinque casi di gravissime violenze e maltrattamenti in famiglia, la rapina a danno di una donna anziana con gravi conseguenze fisiche e psicologiche.

Un trend preoccupante. Nel 2021, il 70% delle istanze su cui è intervenuta la Fondazione sono state violenze sulle donne avvenute in famiglia o da parte di partner (in totale 27 casi).

Già a maggio del 2022 la Fondazione segnalava la predominanza dei casi di violenza di genere con un impegno del  70% del fondo annualmente a disposizione.

Dati che avevano portato il presidente della Fondazione Carlo Lucarelli a sottolineare “come la violenza di genere sia  una vera e propria pandemia della nostra società e come i ‘reati maschili’ abbiano completamente monopolizzato il lavoro dell’ente nei primi cinque mesi del 2022.”

Un triste elenco che fa salire a cinque i femminicidi sostenuti dalla Fondazione nel primo semestre di quest’anno, l’equivalente di quelli dell’intero 2021.Per un impegno complessivo di 92.500 euro e un totale di 205mila euro di aiuti erogati in soli sei mesi, di cui la Regione si è fatta carico aumentando il proprio contributo da 150mila euro nel 2021 a 250mila nel 2022. La Fondazione, che nasce con l’intento di sostenere le vittime di tutti i reati gravi, oggi di fatto si occupa nella stragrande maggioranza dei casi di donne vittime di violenza”. (leggi di più qui). 

Tra i casi accolti dalla Fondazione c’è quello di Anastasia Rossi, infermiera all’Ospedale di Borgotaro, uccisa nel 2020 a 34 anni dal marito che le ha sparato e si è poi suicidato con il proprio fucile da caccia, perché non accettava il percorso di separazione intrapreso dalla coppia. La richiesta di sostegno è arrivata ora alla Fondazione che ha deciso di aiutare il figlio adolescente superstite, oggi affidato e cresciuto dai parenti della vittima.

 

Foto credits Nataliya Vaitkevitch

 

 

 

 

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