LA PSICOLOGA/Consapevoli e libere di essere, senza paura

La morte di Giulia è stato un gravissimo fatto di cronaca che ha scosso tutti, un femminicidio efferato che ha scatenato una forte reazione, visibile nelle piazze e nei cortei della recente Giornata contro la violenza sulle donne. 

Come un grido di aiuto della società. Il caso di Giulia Cecchetin ha, infatti, coinvolto tutti, perché ognuno di noi, in base alla propria storia, si è rispecchiato nei diversi ruoli degli “attori” protagonisti.
Chi nel padre di Filippo Turetta. Un uomo che dice: “mio figlio è un bravo ragazzo”.
Chi nel padre di Giulia. Un uomo che nonostante il dolore lo soffocasse ha raccontato e descritto quanto la sua famiglia ha dovuto affrontare, prendendosi la responsabilità del capofamiglia.
Chi nella madre di Giulia. Deceduta un anno fa, eppure nonostante non possa più difendere la figlia per la società è tuttora una madre che non smette di farlo. Ne è un esempio la fotografia diffusa dai media dove abbraccia Giulia, un’immagine rassicurante che fa sentire protetti, perché consapevoli di quanto siano accoglienti le braccia di una madre.
Chi nella mamma di Filippo. Una donna che nonostante il gesto efferato del figlio continua a fare la mamma.
Chi in Filippo. Il ragazzo che nessuno vorrebbe essere ma ha il timore di diventare.
Chi in Giulia. Una donna che ha avuto la “sfortuna” di innamorarsi di un uomo in grado di tradire ogni forma umana.

I dati dei femminicidi ci trasmettono un disagio psicologico diffuso, che richiede una presa di coscienza degli strumenti da utilizzare per affrontare questo fenomeno dilagante. Penso ci sia un’estrema fatica di abitare le proprie fragilità e ferite emotive. Si tende a nasconderle. Se non entriamo in contatto con questa parte presente in ognuno di noi, rischiamo di fare, dire e agire a vuoto.Dobbiamo imparare a destreggiarci, controllare e difendere la nostra parte facilmente influenzabile da manipolatori che ci schiacciano, umiliano e sgretolano.

Gli strumenti sono tanti. Il primo è quello sanitario, sia per quanto riguarda l’accessibilità ai servizi, sia per quanto riguarda il budget  destinato alla salute. Il secondo, sono i fattori di rischio, interni alla persona e presenti nella società, che possono determinare un impatto importante sulla salute mentale. Tra questi, i più significativi includono: la genetica, l’ambiente fisico, identità di genere, l’educazione, le relazioni interpersonali e le esperienze di vita.
Gli strumenti utili sono quelli legati al benessere psico-fisico, l’acquisizione della fiducia e l’educarsi a condotte sane. D’altra parte, inclusione, comprensione e supporto sono la base del percorso trasformativo nell’esplorazione delle identità di genere e degli orientamenti sessuali. Consapevolezza, empatia e azione rompono il silenzio, per sostenere chi ha bisogno di vivere la propria libertà di essere, senza paura.

 

WRITTEN BY

Laura Castaldini, laureata in Psicologia a Parma, specializzata in psicoterapia psicoanalitica e in psicodramma analitico integrato presso l’Istituto Mosaico di Bologna. Da Novembre 2021 lavora in AUSL alla Neuropsichiatria infanzia e adolescenza di Parma e presso l’Ospedale di Vaio, Fidenza.
Esercita la libera professione di psicoterapia psicanalitica. Svolge formazione da libera professionista per elementi di psicologia applicata contro la violenza sulle donne e stalking. Collabora come libera promotrice di progetti per il Benessere della persona, quale esperta di elementi di psicologia applicata sulla difesa personale sulle donne.

 

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