La disabilità entri nel dibattito del 25 novembre

La violenza di genere è un fenomeno universale e trasversale: colpisce donne di tutte le età, estrazioni sociali, religioni, etnie, in ogni parte del mondo. Come ogni anno in occasione del 25 Novembre leggiamo di convegni, ricerche, spettacoli,l ibri e appelli contro la violenza sulle donne, e con il passare degli anni aumentano sempre più le mobilitazioni, l’attenzione di media e istituzioni  a riguardo , eppure continua a persistere un “non detto”…quello riguardante il  microcosmo semisconosciuto delle donne con disabilità  e la violenza da esse subita.

Proprio per questo motivo scelgo di scrivere questo testo per contribuire a rompere questo muro. Le donne con disabilità da sempre e ancora oggi sono soggette ad una sistemica “invisibilizzazione” in quanto donne e in quanto persone con disabilità, questo crea un meccanismo per il quale ciò che non viene nominato non esiste, anche se così ovviamente non è.

Eliminare qualsiasi riferimento alla disabilità dal dibattito sui corpi delle donne e sulle violenze  subite significa porre una censura, ai nostri corpi, alle nostre identità e all’idea stessa che la violenza possa riguardare anche noi, anche questa è violenza, una violenza  frutto di una visione abilista impregnata di pregiudizi e stereotipi, secondo cui la violenza può essere esercitata soltanto su corpi che suscitano desiderio, i cosiddetti corpi “conformi” , in conseguenza di tale visione noi donne con disabilità veniamo estromesse perché in noi non si vede la donna, ma soltanto la nostra disabilità come esseri asessuati.

Questa visione è talmente tanto radicata nella nostra società a tal punto che spesso sono le donne con disabilità stesse a vedersi cosi ai loro stessi occhi, diventando cosi ancora più invisibili.

Ma se tutto questo è quello che la nostra società ci mostra, se scaviamo a fondo nell’argomento documentandosi si scopre che nella realtà le donne con disabilità sono più esposte alla violenza: in famiglia, a scuola nei luoghi di lavoro, e  non solo, sono più esposte ad una violenza che gli addetti ai lavori chiamano “istituzionale” quella dei maltrattamenti fra le mura di ospedali, case famiglia ed RSA per mano dei loro caregiver,  a dimostrarlo sono i numeri pubblicati dall’ ISTAT nel 2014 (forse un po’ datati ma mancano dati aggiornati, quindi possiamo considerarli “attuali”). Secondo questi dati è il 36% delle donne con disabilità ad aver subito violenza ( il 30% in più della restante popolazione femminile), ed il 31,4% ha subito una forma di violenza psicologica, caso che si verifica invece solo nel 25% delle donne senza disabilità.

Tutto questo ci dimostra come non è più tollerabile ad oggi che le donne con disabilità vengano estromesse dal dibattito relativo al 25 novembre.

 

WRITTEN BY

 

Laura Boscaini, lavora come Controller di Qualità Alimentare. Impegnata come attivista  sui temi di disabilità e inclusione sociale e nella costruzione di una cultura inclusiva per tutti

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