La Twin Transition è una storia di donne?

Si chiama Twin Transition e se ne sente parlare sempre più spesso. Significa “doppia transizione”, tra la trasformazione digitale e quella ecologica-ambientale. Ne parliamo con Isa Maggi presidente degli Stati Generali delle Donne, perché anche la Twin Transition ha un risvolto femminile.

Isa, ci aiuti a comprendere meglio il tema?

 “L’indice di digitalizzazione dell’economia e della società definito DESI 2022 colloca l’Italia al 18° posto tra i 27 Stati membri. Una situazione generale che rischia di ridurre la competitività del Paese, anche se negli ultimi anni si è registrato un miglioramento, grazie soprattutto alla maggiore attenzione politica e all’adozione di documenti programmatici, in linea con gli indirizzi europei, come il Piano Italia 2026 che ha definito la strategia digitale e tecnologica del Paese, all’interno del quale sono confluiti gli obiettivi e priorità della missione 1 del PNRR e del Fondo per la Repubblica Digitale.

In termini di miglioramento, sul fronte della connettività e dell’integrazione delle tecnologie digitali in questi ultimi anni sono stati compiuti passi avanti, raggiungendo rispettivamente un 7° e un 8° posto, mentre il fattore che pesa di più sulla rilevazione DESI è il capitale umano, con un 25° posto: solo il 46% delle persone fra i 16 e i 74 anni ha competenze digitali almeno di base e solo il 3,8% degli occupati è specializzato in Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione.

A livello europeo si è riscontrata una sempre maggiore attenzione verso una transizione digitale che contribuisca a una società equa, ponendo quindi al centro le persone, sostenendo solidarietà e uguaglianza, garantendo sicurezza, partecipazione, libertà di scelta, e promuovendo la sostenibilità e la transizione verde”.

E le donne che ruolo svolgono nella Twin transition?

In questo nuovo processo di trasformazione le donne giocano un ruolo fondamentale per la sinergia tra il cambiamento digitale e quello ecologico – ambientale, favorendo una spinta alla modernizzazione dei processi produttivi attraverso lo sviluppo di soluzioni sostenibili, a basso impatto ambientale e ad alto impatto di evoluzione sociale.

Alla base di questa visione tipica delle imprese femminili c’è la convinzione che l’innovazione tecnologica e il digitale hanno un impatto trasversale, in grado di efficientare i processi intra-organizzativi e inter-organizzativi attraverso l’integrazione delle filiere di prodotti e servizi e di creare ecosistemi digitali che abilitano la sostenibilità ambientale. In questo senso, la Twin transition connette i target di digitalizzazione agli SDGs dell’Agenda Onu 2030, e i pilastri portanti dell’European Green Deal.

Anche secondo il World Economic Forum la digitalizzazione ha un ruolo chiave nel sostenere la crescita sostenibile, in anni decisivi per l’azione sui cambiamenti climatici. Un ruolo importante in tal senso può essere svolto proprio dalle donne, in ambito imprenditoriale e sociale.”

Nel nostro Paese com’è la situazione?

In Italia, sono oltre 360.000 le organizzazioni non profit, tra associazioni, imprese, cooperative sociali, fondazioni, con oltre 870.000 dipendenti e più di 4,6 milioni di volontari . Il Nord-Ovest, (Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta), presenta dati rilevanti rispetto alla presenza di organizzazioni non profit (sono oltre 100.000, il 27% del dato nazionale) con una media di 2,9 dipendenti, superiore alla media italiana. E in questo ambito la presenza femminile raggiunge il 60% delle presenze.

Occorre favorire il miglioramento e adottare all’interno delle proprie aziende specialisti/e ICT, servizi di cloudcomputing, tecnologie avanzate e strumenti di analisi di big data.

Le principali barriere alla transizione digitale risultano essere la mancanza di risorse, di competenze digitali nel personale e di conoscenza sulle tecnologie da adottare, come risulta anche da report internazionali . A fronte di ciò, per quanto, soprattutto a partire dall’emergenza COVID-19, vi sia stata quindi un’accelerazione di alcuni processi, resta cruciale che, ai fini dello sviluppo delle organizzazioni, la dimensione dell’innovazione tecnologica e digitale venga affrontata in termini sistemici e strategici.”

Traendo le conclusioni, qual è la tua riflessione?

La transizione digitale implica profonde ricadute sulle attività specifiche dell’economia femminile comportando mutamenti di processo e operativi alle quali le donne per capacità ed intuizione meglio sanno adattarsi.

Nascono nuove forme di impresa, sociale, benefit, organizzative e nuovi servizi e sta emergendo una maggiore consapevolezza verso le decisioni strategiche da intraprendere e la creazione di nuove relazioni con i territori e le comunità, a dimostrazione delle necessarie interconnessioni che occorre creare verso una società più solidale ed equa.

E le donne lo sanno fare, con competenza e passione, prendendo parte ai processi di trasformazione in atto, per affrontare le nuove sfide sociali della contemporaneità”.

 

WRITTEN BY

Manuela Amadei, due mandati sindaca di Zibello, professione svolta nel Gruppo Iren come Dirigente Affari Legali. Referente degli Stati Generali delle Donne a Parma, impegnata in Associazioni femminili, tra cui  FIDAPA BPW (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari), e volontaria Protezione Civile.

 

 

 

 

 

 

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