Le Mine Vaganti, il teatro contro la violenza di genere

“Le Mine Vaganti sono sei donne alle quali, se esiste il caso, la vita ad un certo punto ha fatto il dono di farle incontrare. Parlano una lingua nutrita da certi tramonti sul Po, della nebbia della bassa di alcune giornate, ma anche di un accento tipicamente del sud, spigoloso e deciso.”

Si presentano così Le Mine Vaganti, un’associazione di promozione sociale nata nel 2017 e formata da donne e amiche che hanno deciso di unirsi per “poter fare del teatro uno strumento di divulgazione di temi importanti, tra cui la lotta alla violenza sulle donne”.

Età differenti, ma con la voglia comune di portare sul palcoscenico storie, paure, sogni, desideri e slanci, con “una coperta che sa farsi mantello, piume e paillettes, lustrini e luccichii”.

“Le Mine Vaganti è il nome che abbiamo scelto con l’augurio di far scoppiare sempre qualcosa di nuovo e significativo dalla nostra collaborazione”, racconta Lucia Branda.

Qual è l’obiettivo dell’associazione?

“Lavorare sul gender gap e la violenza di genere in ogni sua forma, scegliendo il teatro come principale strumento. Grazie agli spettacoli, ai progetti nelle scuole e alla collaborazione con altre realtà del territorio che si occupano degli stessi temi”.

Chi vorreste raggiungere in modo particolare con la vostra attività?

“Vorremmo arrivare sempre di più alle generazioni dei più giovani, portando il nostro messaggio, ad esempio nelle scuole, per nutrirlo con il punto di vista degli uomini e delle donne di domani”.

Quale messaggio volete far arrivare al pubblico?

“Il cambiamento inizia sempre da dentro, dentro ogni donna, relazione, casa, famiglia… E così come un’onda poi si innalza e straripa fuori. Ma questo cambiamento origina dall’agire e in rete. Mai da soli. E con questo si intende che se la responsabilità del cambiamento è individuale, nessuna donna deve essere lasciata da sola, in primis dalle istituzioni, altrimenti abbiamo perso tutti”.

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