“Niente su di noi, senza di noi”. Disabilità e 8 marzo

La situazione che ci troviamo a vivere oggi come donne con disabilità è un mancato riconoscimento delle nostre identità plurime.

La disabilità impone dei limiti che vanno accettati, compresi, ma non può far scomparire tutte le parti restanti della persona che sono.

Sono anche una donna, e non si può fare una gerarchia di queste caratteristiche.  La mia femminilità e la mia disabilità sono intrecciati, in sinergia con tutte le altre mie caratteristiche. Come donna con disabilità voglio poter rivendicare la mia fisicità, il mio corpo e la mia sessualità. Ho un corpo anche io e non ho paura di rivendicare i miei diritti e le mie volontà.

Basta restare nell’ombra di un’idea di disabilità che vede ogni condizione come malattia e che annulla ogni diritto di autodeterminazione. Purtroppo è molto raro che questo diritto sia rispettato.

Nonostante tutti gli sforzi e le battaglie che si sono fatte, le situazioni legate sono ancora tante. Nel mondo di tutti i giorni le donne con disabilità vengono discriminate sia in quanto donne sia per la loro disabilità.

Diritti già negati alle donne abili vanno a sovrapporsi al mancato riconoscimento di chi non ha un corpo conforme. L’8 marzo può essere una giornata che ricordi quanto le battaglie di normalizzazione e riappropriazione dei corpi fuori da canoni di una società escludente vadano combattute ogni giorno. Siamo davanti ad un problema sistemico che ha bisogno di un cambiamento dal basso che coinvolga tutti quanti per permettere la piena realizzazione di ognuno.

Non metterò a tacere la mia complessità. Io non sono solo la mia disabilità.  “Niente su di noi, senza di noi”

 

WRITTEN BY 

Emma Manghi, consigliere aggiunta Anmic Parma

 

Laura Boscaini, lavora come Controller di Qualità Alimentare. Impegnata come attivista  sui temi di disabilità e inclusione sociale e nella costruzione di una cultura inclusiva per tutti

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